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“Omaggio a Ginestra”: un pomeriggio di studi per Ginestra Amaldi

Laureata in astronomia e pioniera della divulgazione scientifica, Ginestra Giovene Amaldi è stata una figura importante per la fisica italiana del ‘900.
Il 22 novembre scorso, a trent’anni dalla scomparsa,  il Centro Ricerche Enrico Fermi ha voluto ricordarla con un convegno organizzato in collaborazione con la famiglia Amaldi.

Dopo i saluti di benvenuto della Presidente Angela Bracco, Gianni Battimelli (già Sapienza Università di Roma) ha fatto rivivere il contesto scientifico e umano dell’Istituto Regio di Fisica negli anni in cui Ginestra completava gli studi e cominciava a collaborare su base volontaria alla ricerca.
Adele La Rana (Università di Macerata e INFN di Roma) ha tracciato un profilo biografico a partire dagli anni dolorosi della guerra, segnati dalla perdita della figlia Paola e dalla scelta, condivisa con il marito Edoardo, di rimanere in Italia per un senso di responsabilità nei confronti delle nuove generazioni, fino al suo impegno per la divulgazione e l’educazione scientifica.
E proprio su questa sua attività si sono concentrati i due interventi centrali. Luisa Bonolis (Max Planck Institute for the History of Science, Berlino) ha ripercorso la genesi del libro “Alchimia del tempo nostro”, scritto a due mani con Laura Fermi,  e la sua importanza per la diffusione delle nuove conoscenze sul nucleo. Pubblicato nel ’36, il libro spiegava con un linguaggio chiaro ma scientificamente accurato la rivoluzione avvenuta in quegli anni nei laboratori di tutta Europa e che le autrici avevano vissuto da vicino partecipando quotidianamente alle discussioni e alle scoperte del gruppo di via Panisperna. Una versione aggiornata di “Alchimia” uscì poi nel 1943, a opera della sola Ginestra,  visto che Laura viveva ormai negli Stati Uniti e sarebbe stato impossibile comunicare, ma con la condizione imprescindibile che apparissero entrambe le firme e che non venisse rimosso alcun nome o riferimento scientifico per ragioni di razza. Il libro, ristampato da Castelvecchi in questi giorni con una prefazione di Ugo Amaldi e il contributo scientifico di Adele La Rana e Luisa Bonolis, non è stata l’unica esperienza editoriale di Ginestra. Qualche anno dopo Hoepli le affidò la realizzazione di un nuovo volume sulla fisica nucleare e poi con Garzanti uscì “Questo mondo grande e terribile” che venne tradotto in diverse lingue. Ginestra fu anche redattrice  di articoli divulgativi per diverse riviste scientifiche e di voci  enciclopediche, ma soprattutto, con Edoardo, fu l’autrice di quei manuali Zanichelli di fisica che hanno formato generazioni di studenti e studentesse. Questo ruolo di pioniera nella divulgazione ed educazione scientifica è stato il tema dell’intervento di Miriam Focaccia (Centro Ricerche Enrico Fermi) che, grazie anche al contributo di documenti delle Teche Rai, ha  ripercorso l’attività di Ginestra come conduttrice e autrice di programmi radiofonici e televisivi. Antonella Cotugno e Francesca Nemore (Sapienza Università di Roma) hanno invece messo in risalto lo spirito di osservazione e la sensibilità di Ginestra attraverso le lettere, i quaderni e i diari di viaggio conservati nell’archivio donato dalla famiglia all’Università.

La chiusura ha lasciato spazio agli aspetti più intimi e familiari con la proiezione, in anteprima, del film documentario di Alessandro Scillitani  e i ricordi della figlia Daniela (Università di Pisa)  e del figlio Ugo (già CERN, Università di Milano, CNAO), che è stato il promotore dell’evento. Da questo coro di voci è apparsa una figura di donna commovente. Determinata e coltissima, con uno spirito energico e un senso etico del lavoro e della vita, è stata figlia del suo tempo, riuscendo a incanalare la passione per la scienza nella difficile arte della divulgazione scientifica.

Oggi, sarebbe stata una comunicatrice all’avanguardia.

 

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