CREF nasce con la duplice anima di Centro di Ricerca e di Museo Storico, con l’intento di conservare e diffondere la memoria di Enrico Fermi, oltre che favorire un’ampia diffusione e comunicazione della cultura scientifica.
Comprendere la struttura, lo sviluppo e il funzionamento del cervello e del sistema nervoso è la sfida delle neuroscienze, un ambito di ricerca naturalmente interdisciplinare, che integra strumenti e concetti provenienti da ambiti che vanno dalla biologia alla fisica fino alla psicologia e all’informatica. Per favorire l’interscambio tra chi fa ricerca in diverse discipline, dall’8 all’11 aprile 2025 si è svolto al CREF l’evento “Brainhack Rome 2025: connecting the dots between structure and function”.
Il formato del workshop, organizzato nell’ambito delle iniziative del Brainhack da Maria Guidi (INFN-LNS, Catania), Alessandra Maiuro (Università di Roma “La Sapienza”), Marco Palombo (Cardiff University) e Matteo Mancini del Centro Ricerche Enrico Fermi, ricalca quello degli hackaton e delle unconference, alternando momenti di lavoro in gruppo a conferenze brevi e informali, con una formula non competitiva che mira a incoraggiare il networking e lo scambio di esperienze.
“L’idea di organizzare un Brainhack al CREF ci piaceva per due ragioni fondamentali – ha detto Matteo Mancini – da una parte c’è il valore storico e simbolico del luogo, e dall’altra la vocazione multidisciplinare dell’ente. Il mio gruppo è parte del laboratorio Marbilab, condiviso tra il CREF e la Fondazione Santa Lucia, dove studiamo in particolare le applicazioni MRI per il metabolismo e la clinica, ma abbiamo gruppi che si occupano più specificamente di intelligenza artificiale o di modelli di rete per studiare la connettività cerebrale”.
Ai quattro giorni di workshop hanno partecipato una quarantina di giovani ricercatori e ricercatrici provenienti da numerose istituzioni nazionali (Politecnico di Milano, Università di Padova, Università Magna Graecia) e internazionali (Cardiff University, University Hospital Schleswig-Holstein). I partecipanti hanno collaborato in gruppo su numerose proposte di progetti, lanciate con pitch sulla creazione di nuovi strumenti software, lo sviluppo di modelli di interpretazione e predizione nel campo delle neuroscienze, e in generale la condivisione di nuove risorse per la comunità scientifica.
I lavori di gruppo sono stati intervallati da brevi seminari tenuti da Tommaso Gili (IMT Lucca), Laura Marzetti (Università “G.d’Annunzio”), Alberto Antonietti (Politecnico di Milano) e Mauro Costagli (Università di Genova), con lo scopo di fornire spunti interessanti per lo sviluppo dei progetti.
“Le presentazioni nella sessione di chiusura dell’evento hanno mostrato prototipi software già funzionanti e risultati preliminari molto interessanti, a sottolineare quanto si riesce a fare anche in pochi giorni se si collabora e ci si concentra assieme. L’atmosfera e il feedback dei partecipanti ci ha convinti che è un’esperienza da ripetere anche in futuro.”
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