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Nella seconda metà del secolo scorso la complessità dei fenomeni naturali e la semplicità delle leggi sottostanti sono stati in qualche modo riconciliati grazie alla scoperta che il Caos è insito nelle leggi stesse. La teoria del Caos spiega perché il Caos è parte integrante delle leggi naturali e averlo compreso ha prodotto una profonda rivoluzione concettuale nella scienza. Insieme alla meccanica quantistica e alla teoria della relatività, la teoria del Caos è uno dei tre grandi paradigmi scientifici che hanno cambiato il nostro modo di vedere e capire quello che ci circonda.


Oltre alla Fisica, la teoria del Caos trova applicazione in quasi tutte le discipline scientifiche, incluse l’Economia e le Scienze Sociali. È quasi impossibile fare un sommario in qualche misura esaustivo dei problemi che si stando affrontando e in parte risolvendo nelle diverse discipline. È però possibile capire come, anche grazie alla Teoria del Caos, sia in parte cambiato il modo di fare ricerca e quali siano potenzialmente le direzioni in cui oggi si pensa di ottenere dei significativi risultati.


La Teoria del Caos ha dato un contributo fondamentale allo sviluppo del concetto di sistema complesso. In realtà non esiste una definizione condivisa di cosa si debba intendere per sistema complesso. Esistono varie definizioni, ognuna a seconda dei punti di vista. Per alcuni, un sistema complesso è un sistema il cui comportamento dipende in modo cruciale dai dettagli del sistema stesso. D’altra parte, una simulazione al computer di un sistema caotico non è esatta ma rappresenta una approssimazione della soluzione esatta e delle regole che lo governano. In queste condizioni, possiamo capire quali sono le caratteristiche generali del sistema, ovvero della distribuzione di probabilità che lo caratterizza, e che, in qualche misura, sono indipendenti dai dettagli stessi.



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Era il 1930 quando Ettore Majorana scrisse un articolo dal titolo “Il Valore delle Leggi Statistiche nella Fisica e nelle Scienze Sociali”. Questo scritto, pubblicato postumo nel 1942, nasceva dalla mente di un visionario, che aveva intuito l’importanza delle leggi statistiche per la Fisica e le Scienze Sociali. In particolare, il problema posto da Majorana era incredibilmente attuale: in che modo il rigore metodologico della fisica potesse essere esportato in altre discipline.
Nell’era dei Big Data la questione suscitata da Majorana torna al centro di ogni dibattito, perché, seppure non tutto il rigore della Fisica è esportabile, altre discipline, come ad esempio l’economia possono giovarne. Ed è un bene visto che hanno una grandissima importanza per la nostra società oltre che un grande valore intellettuale. Quindi, anche se il tasso di rigore fosse solo parziale, un aumento di scientificità in queste discipline sarebbe un risultato della massima importanza. Inoltre, da un punto di vista intellettuale e scientifico si creerebbe un legame tra le discipline delle cosiddette scienze esatte e quelle delle scienze socioeconomiche che avrebbe di per sé un grandissimo valore culturale e scientifico.
Questa è una delle aree che il CREF intende esplorare con la prospettiva concreta della Scienza della Complessità, messa al centro del dibattito da eventi inaspettati come la nascita di Google, l’incessante crescita cinese, la disintermediazione e lo sviluppo di Blockchain etc. Gli elementi comuni di questi fenomeni sono una integrazione delle connessioni e degli eventi a livello planetario e la velocità con cui si evolvono e sviluppano proprietà emergenti imprevedibili. È evidente l’inadeguatezza dei concetti e delle analisi tradizionali e risulta chiara l’esigenza di nuove metodologie scientifiche per l’analisi, la comprensione e il controllo di questi fenomeni, proprio come quasi un secolo fa aveva predetto Majorana.
Clicca qui per leggere il testo integrale di “Il Valore delle Leggi Statistiche nella Fisica e nelle Scienze Sociali”.