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Per chi lavoro nel mondo scientifico l’attività di divulgazione è un aspetto centrale del proprio lavoro. La divulgazione scientifica, così come, più in generale, l’educazione sono strumenti attraverso cui si genera un trasferimento di consapevolezza dalle vecchie alle nuove generazioni.
Pochi giorni fa Massimo Gramellini sul “Caffè” di “Il Corriere della Sera”, proprio su questo tema, ha espresso una sua particolare e legittima preoccupazione: il desiderio di facilitare la comprensione non deve banalizzare il messaggio. In particolare, Gramellini si riferiva ad un particolare episodio accaduto qualche tempo fa in Francia. La curatrice del Museo di Carnavalet dedicato alla storia della città di Parigi, Noémie Giard ha cambiato la consueta scritta Luigi XIV in Luigi 14, affermando che la vecchia forma grafica fosse un ostacolo alla comprensione.
Secondo lo scrittore italiana, il punto è proprio questo: non dobbiamo fuggire agli ostacoli, perché è grazie agli ostacoli se si impara a saltare in avanti. In sintesi, oggi viviamo in un mondo estremamente semplificato in cui molte volte l’intelligenza umana può riposare a discapito di una macchina capace di svolgere lo stesso compito. Non abbiamo bisogno di allenare così tanto la memoria, non abbiamo bisogno di memorizzare le strade, o almeno non ne abbiamo la necessità come prima, perché disponiamo di strumenti intelligenti in grado di svolgere al posto nostro queste funzioni.
Il problema è che se la maggioranza delle persone tende ad adagiarsi a questa condizione, si rischia di far degenerare il livello medio e, siccome la democrazia è un sistema politico in cui c’ parità di contributo per tutti i cittadini, è evidente che un appiattimento intellettivo può causare problemi.
Per questo fa bene massimo Gramellini a dare importanza alla complessità. Allo stesso modo, il CREF, ad un livello più alto, si approccia alla scienza con una prospettiva interdisciplinare, memore della complessità. Perché il mondo è complesso e per avere i mezzi per comprenderlo, non si può semplificare ogni cosa sempre.