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In numerose malattie neurodegenerative progressive le modifiche cerebrali microstrutturali spesso precedono un danno tissutale più evidente, ma finora la risonanza magnetica per immagini (RMI) tradizionale non è stata in grado di rilevarle. Le metodologie innovative di RMI rendono tutto questo possibile, aprendo la strada a trattamenti e diagnosi precoci che potrebbero arrestare la progressione della malattia a uno stadio molto più precoce.
La RMI è una tecnica di immaginografia non invasiva che produce immagini dettagliate di tessuti e organi in pazienti svegli. È ampiamente utilizzata nell’immaginografia cerebrale, consentendo la visualizzazione dell’atrofia (riduzione di volume) di specifiche regioni cerebrali e la presenza di lesioni nei tessuti cerebrali che caratterizzano numerose malattie neurodegenerative, tra cui il morbo di Alzheimer, il morbo di Parkinson e la sclerosi multipla (SM).
Le modifiche microstrutturali, come la perdita di guaina mielinica, spesso precedono l’atrofia e le lesioni, ma non sono visibili utilizzando la RMI tradizionale. Grazie al supporto del programma Marie Skłodowska-Curie, il progetto MICROBRADAM ha sviluppato nuove tecniche di RMI per superare queste barriere e migliorare gli esiti dei pazienti.
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Immagine: © Lightspring, Shutterstock