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Tappe Storiche

Il Regio Istituto di Fisica: da Blaserna a Corbino e i ragazzi di Via Panisperna.

Il complesso monumentale di via Panisperna, inaugurato nel 1881, venne interamente progettato dal fisico goriziano Pietro Blaserna (1836-1918), che ne supervisionò altresì la totale realizzazione, per ospitare il Regio Istituto di Fisica. Chiamato a Roma nel 1872 sulla cattedra di Fisica sperimentale e alla direzione del futuro Istituto di Fisica, all’interno di un più ampio progetto per ‘Roma capitale’ propugnato da Quintino Sella, da allora Blaserna si dedicò alla realizzazione di un Istituto basato da un lato, sulla centralità del laboratorio e della sperimentazione, dall’altro, aperto e attento ai programmi e ai progressi della scienza internazionale. Grazie a queste sue peculiarità, l’Istituto divenne un vero e proprio ‘ambiente creativo’ e rappresentò per decenni un punto di riferimento ineludibile per la ricerca fisica italiana più avanzata.

A partire dal 1918, anno della morte di Blaserna, fu Orso Mario Corbino a dirigere l’Istituto: anche lui grande organizzatore della politica della ricerca, nel 1926 riuscì ad ottenere la l’istituzione della prima cattedra di Fisica teorica in Italia, sulla quale chiamò il giovane Enrico Fermi. Fu proprio in questo luogo che Fermi organizzò e preparò le condizioni che portarono alla nascita di quel gruppo di giovani studiosi che negli anni ’30 diventarono famosi come i “ragazzi di via Panisperna”. Qui, sotto la sua guida scientifica, all’interno di una stagione eccezionale per la scienza italiana, iniziarono i primi esperimenti sul fenomeno della radioattività indotta da neutroni, ricerche fondamentali per la comprensione della struttura del nucleo atomico, il cui successo fu coronato con l’assegnazione a Fermi del Premio Nobel per la Fisica nel 1938.

Nel contempo l’Istituto fu trasferito nella nuova città universitaria della “Sapienza” e così la palazzina di Via Panisperna fu adibita ad altra funzione: da centro internazionale della scienza ad archivio della Polizia di Stato, poi inglobata nel compendio del Viminale. Nel 1999 fu approvata all’unanimità dal Parlamento l’istituzione presso la palazzina del Centro Ricerche Enrico Fermi. Dall’approvazione della legge al momento in cui la palazzina è stata fisicamente consegnata al CREF sono passati venti anni: l’archivio della Polizia è stato spostato in un’altra sede e la palazzina è stata ristrutturata con l’aggiunta di un intero piano

In virtù della sua ‘duplice anima’ di centro di ricerca e di museo, il Museo Storico della Fisica e Centro Studi e Ricerche “Enrico Fermi” si dedica intensamente alla diffusione e promozione della cultura scientifica, con un’attenzione e un impegno che lo rendono una realtà unica in Italia. La sua missione è dunque anche quella di preservare e diffondere in Italia e nel mondo il ricordo della vita e delle opere di Enrico Fermi e favorirne una ampia diffusione e comunicazione. Ciò è reso possibile grazie all’allestimento del museo storico della fisica ‘L’eredità scientifica di Enrico Fermi’.

La grandezza di Fermi, la sua straordinaria figura di maestro e di gigante della fisica del XX secolo, le sue formidabili conquiste scientifiche, frutto di un’eccezionale mente creativa ’in equilibrio’ tra teorie ed esperimenti, verranno efficacemente illustrate all’interno del percorso museale. Un percorso di cui fanno infatti parte integrante il meraviglioso cortile interno, al cui centro sorge la famosa fontana detta ‘dei pesci rossi’; la scalinata d’ingresso, immortalata nel 1931 in occasione del primo congresso di Fisica nucleare cui parteciparono i più celebri fisici teorici del tempo; sino agli ampi corridoi con soffitti a volta del primo piano, lungo i quali correvano Fermi e i suoi collaboratori, allorquando stavano portando avanti i celebri esperimenti sulla radioattività indotta da neutroni.

LA PALAZZINA

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